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martedì 18 settembre 2012

Dopo il PD e il PDL arriva anche il PDS

Sembra che con tante lettere dell'alfabeto a disposizione i politici italiani restano incastrati nelle solite due. Una volta la proprietaria del centro estetico sotto casa mi ha raccontato, con un certo livore, che quei cinesi che gli hanno aperto un centro "massaggi" proprio accanto non si sono fatti scrupolo di presentarsi con scampoli e vernice per confrontarli con l'originale cui si erano ispirati. E così lei, che con certa titubanza ci aveva messo del tempo per convincersi di quell'arancione che fa da filo conduttore fra tendaggi, divanetti e arredamento, un bel giorno si è ritrovata la brutta copia cinese proprio davanti alle sue vetrine. «Lo fanno per confondere i clienti» mi rivela ormai rassegnata, «così sperano che chi per sbaglio finisce da loro si fidelizza, ma la realtà è che se cerchi una ceretta è difficile che ti fai andare bene un massaggio di quel tipo» e strizza l'occhio. Poi continua: «I clienti che cercano loro non sono quelli che vengono da noi, se vogliono confondere qualcuno è la polizia quando viene a fare le retate e glielo fa chiudere».

Non sarà la stessa cosa che potrebbe aver pensato il figlio di Raffaele Lombardo, ex governatore siciliano, quando ha deciso di candidarsi? Potrebbe essersi detto che MPA non andava bene perché rischiava di distinguersi troppo e di disperdere tutte quelle crocette che qualche miope avrebbe potuto marcare convinto di stare votando a destra o a sinistra. Ecco che allora ha l'intuizione: il vecchio Movimento Per l'Autonomia diventa il Partito Dei Siciliani, ovvero PDS.

Pensa che colpaccio che potremmo fare con un acronimo come PDC, il partito dei cazzoni.

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