Scrivi qualcosa, magari ne ho parlato.

giovedì 5 dicembre 2019

Ma che è questo odore di napalm di prima mattina? Ahhh no, mi s'è bruciato YouTube.

Se c'è una cosa che devo ricordarmi di evitare di fare, quando sono depressa, è guardare quei video motivazionali di YouTube.

Tendenzialmente sono una di quelle che prima di buttarsi sul divano con una scorta di fazzoletti, qualche porcata ultra dolce che smaltirò il giorno del mio cinquantesimo compleanno se inizio a mangiare verdure da adesso e per i prossimi sei anni,  in ascolto per la tredicesima volta di wuthering heights di Kate Bush e con una tuta al posto dei jeans, prima di arrivare a questo, trascorro quei sette decisivi minuti in uno stato di ira tale che al confronto il piè veloce è un monaco zen. Sette minuti in cui la direzione può essere una ripresa catartica verso un "tutto si aggiusta", o una discesa sempre più buia verso il punto di non ritorno che, ormai vista l'assidua frequentazione, ho soprannominato "il colonnello kurtz".

Se in questi sette minuti non mi viene in mente di cercare soluzioni su internet, ed evito così quei video motivazionali di cui sopra, allora tutto si aggiusterà più o meno rapidamente; ma quando finisco incautamente ad ascoltare i pensieri di uno qualunque di questi che ti viene a raccontare come fare a prendere in mano le redini della tua vita, be' allora comincio a sentire il colonnello già al terzo minuto, e quando completo la visione Marlon Brando ha preso a insultarmi ridendo. 

Oggi è andata così.
Oggi mi sentivo talmente positiva che avrei trovato come rimediare una corda per l'arrampicata, che ho dato retta a questo youtuber fino alla fine del suo disarticolato e sgrammaticato monologo. Ho impiegato 5 minuti ad ascoltare i suoi consigli su come vivere meglio e adesso impiegherò le prossime ore a cercare di dimenticarli con lunghi respiri lenti e qualche bicchiere d'acqua, perché idratarsi fa sempre il suo porco lavoro!

Questo ragazzino con una faccia strana, di quelle perfettamente simmetriche dai due lati, mi spiegava da un sottoscala come fare in modo che siano i tuoi soldi a lavorare per te con gli investimenti immobiliari. Il fatto che stesse in un sottoscala, nonostante i suoi investimenti, era senza dubbio meno inquietante dell'atonia che la sua voce andava via via raggiungendo, al punto che verso la fine mi ero convinta che, un po' per questa e un po' per quella simmetria facciale di prima, a parlare fosse un bot in carne e ossa.
La cosa assurda, per cui poi tutti gli facevano i complimenti nei commenti, era la candida ammissione che essendo giovane lui non correva alcun rischio ad abbandonare un lavoro che non gli piaceva e a far lavorare i soldi invece che lui. Forse nel sottoscala ce l'hanno messo i genitori all'ennesima richiesta di un centoeuro per testare il mercato immobiliare thailandese che ha avuto un'impennata fra un uragano e l'altro.

Comunque il video si concludeva più o meno spiegando al mondo che per essere felici bisogna amare la propria vita, un po' come quando ti rivelano che il segreto del successo è avere successo. Immagino che ci sia qualcuno a cui questa lezione è servita perché il ragazzino del sottoscala continua a presentarsi, nei suoi spazi digitali, come "colui venuto per ridarti una nuova vita". Roba che se Gesù Cristo avesse detto una cosa del genere davanti ai suoi dodici, sicuro qualcuno gli avrebbe fatto notare: "sì J, però anche meno".

Io, invece, non solo non l'ho trovato per niente illuminante, ma ho dovuto mettere su un pezzo di Wagner per dare una calmata alla tachicardia nervosa che mi era venuta. Mi hanno calmata Wagner e i commenti di qualcuno che aveva perso del tempo a fare notare tutti gli strafalcioni grammaticali su cui il guru del sottoscala era continuamente caduto. Grazie, o isterico e paranoico paladino del senso, grazie di insistere in queste battaglie. 

Adesso vi saluto, il colonnello kurtz mi sta parlando: "Ho osservato una lumaca strisciare lungo il filo di un rasoio, questo è il mio sogno, è il mio incubo: strisciare, scivolare lungo il filo di un rasoio e sopravvivere" ha detto. Deve essere incappato anche lui in qualche youtuber in-influencer.

lunedì 2 dicembre 2019

La colonna sonora di Good Girls.

Una volta le novità le ascoltavo mentre gironzolavo qui e lì in quel grande sacco di Natale che era Napster: mentre "condividevamo" le nostre canzoni preferite senza curarci dei diritti d'autore, si chiacchierava con gente di cui non si sapeva nient'altro se non il genere di musica che ascoltavano.
Ho conosciuto così i Godsmack, gli Eels e i Weezer forse non nella loro migliore performance.

Poi i Metallica si fecero portavoce di un'azione legale contro questo bel paradiso artificiale di parassiti curiosi, e nel 2001 un giudice intimò a Napster di chiudere i battenti per ripetuta violazione di copyright e costretto a pagare una multa che fra risarcimento e royalties superava i 30milioni di dollari. Che fine hanno fatto i due geni del male appena maggiorenni Parker e Fanning ce lo racconta il Post, io quello che volevo dire è che un po' di quell'affaccio sulla novità che mi regalava Napster l'ho recuperato, oggi, con le serie Tv e le loro colonne sonore meravigliose.

L'ultima adorata serie, GOOD GIRLS, mi ha portato nella palude di piante colorate e carnivore che sono i sentimenti femminili quando raggiungono la frustrazione, guidandomi attraverso emozioni contrastanti perché è bello avere dei figli ma aggiungi un altro po' di gin al mio caffellatte perdio!, crolli nervosi che se ne stanno pronti a sbucare da dietro l'angolo quando si sbatte contro l'ennesima delusione. Sono solo alcuni degli impeti d'animo che maneggia bene Jenna Bans, sceneggiatrice ironica e spietata già dai tempi di Desperate Housewives.
A illuminare la strada di questa palude è una colonna sonora che passa dalle distorsioni delle chitarre elettriche alle canzoni popolari degli anni Trenta, dalle sinuose sonorità del soul alle ritmiche industrial ed elettroniche che riproducono esattamente quell'isterica mutevolezza di umore che caratterizza le tre protagoniste.

 
La supervisione di questa schizofrenica, poetica e meravigliosa colonna sonora è della ApertureMusic. Buon inquieto divertimento.

lunedì 11 novembre 2019

La seconda volta che Gesù venne sulla terra lo fece a suon di rock. Parola di John Niven.

La seconda volta che GesùCristo è stato mandato da suo padre sulla terra, era ancora per salvare le nostre chiappe dalla perdizione eterna.
Missione tosta, ma mai quanto la sua colonna sonora!

Eccola qui, con tutti i brani rigorosamente in ordine di apparizione.
Sono certa che riconoscerai da te i momenti in cui la storia si svolge all'inferno.

Ti stai chiedendo com'è andata a finire perché dandoti un'occhiata in giro non riesci a trovare la risposta? Leggiti il libro, allora! In Italia è in libreria dal 2012 per Einaudi. La storia è dissacrante e divertente come tutto quello che ci regala John Niven. Se vuoi trovarlo su Amazon clicca su questa frase che hai appena letto.

martedì 22 ottobre 2019

Monomanie adolescenziali.

Lani è proprio carina: una ragazzina sorridente nonostante i momenti di schizofrenia ormonale durante i quali comincia a piangere mentre mi domanda il perché. 

L'adolescenza ha sempre quel suo inconfondibile modo, poco discreto, di presentarsi ma a me è andata abbastanza bene.
So di mamme disperate perché i loro figli, capita principalmente ai maschi, improvvisamente tirano fuori i canini, rivoltano gli occhi all'indietro e con voce profonda iniziano a parlare aramaico; c'è qualcuna che racconta di assalti al frigorifero quando nessuno se lo aspetta, manco il frigorifero; e chi giura di avere visto undicenni levitare mentre registravano video su Tik-Tok, ma questa è un'altra storia.


A me è andata di lusso al confronto.

La mia Lani ha qualche momento di piagnucolante sentimentalismo che interrompe la bambina,  ancora visibile, dai suoi allegri passatempi quotidiani. Dura poco, giusto il tempo di trovare consolazione e rassicurazione sul fatto che per il momento nessuno di noi ha intenzione di morire, che sì nonno è un po' rincoglionito ma sta benone, che i jeans non la fanno sembrare grassa e che Marley non ha una malattia del pelo, ha solo bisogno di una toletta.

I momenti di disperazione possono anche andare, ma diventano insopportabili quando sono accompagnati dalle fissazioni del momento perché, in questo caso, quello che si intende per "momento" può durare mesi. 

Adesso, per esempio, siamo nella fase StrangerThings che, nonostante sia una storia piena di positività - il gruppo di amici che insieme riesce a sconfiggere il male - è fonte di tristezza infinita per i motivi più diversi a cominciare dal fatto che ancora non si vede traccia della quarta stagione. Ma, visto che oltre alla tristezza c'è anche la fissazione, segue un'interminabile serie di domande non sulla storia, perché per quelle uno potrebbe anche trovarle le risposte giuste ma sarebbe troppo facile. Eh no! Le domande sono sui protagonisti, su cosa fanno nella vita, su dove vivono, se si frequentano veramente e su quanto è stata coraggiosa Eleven, ma non perché ha combattuto contro una forza talmente forte da mettere in discussione il mondo, piuttosto perché ha avuto il coraggio di raparsi a zero nella prima stagione!
E l'osservazione "Te credo, figlia mia, chissà quanto l'hanno pagata!" potrebbe essere una trappola, perciò davanti a queste osservazioni la mia strategia è il silenzio. Cosa che invece non faccio, e dovrei imparare a fare, quando vedendo l'ammirazione con cui Lani osserva le imprese della sua eroina forte, io me ne esco con un insensato: "Vedi, se non lasciavi Karate?" che davvero non significa niente, se non che forse il Karate piaceva più a me che a lei!

E comunque la passione per questa serie è molto più gestibile di quella con cui abbiamo fatto i conti quest'estate. E per "quest'estate" intendo il periodo che va da maggio a settembre; sto parlando di 153 giorni di fila che non hanno avuto pause neanche le domeniche e il Ferragosto. Centocinquantatré  giorni tutti consacrati a Ultimo, il cantante che abbiamo anche avuto la fortuna di vedere dal vivo all'Olimpico e per cui ancora ricordo le due ore spese per tornare a casa, a 9km di distanza dall'evento. Ma qualunque prova il destino mi ha posto davanti, è stata nulla al confronto di quella cui è stata chiamata la mia Santa Pazienza. Se Shakespeare fosse stato padre di una ragazzina adolescente impazzita per Ultimo non credo che avrebbe parlato di amore che resiste a ogni turbamento senza avere qualche dubbio in proposito.

Lo so bene che spesso neanche si ascoltano con attenzione le canzoni di qualcuno che ci piace tanto, e lo so perché io amavo alla follia Bryan Adams e ancora oggi ho qualche difficoltà nel giudicarlo oggettivamente. E però quando ti tocca ascoltare quotidianamente, per 153 giorni di fila e a volte anche cantato a squarciagola da Lani e le sue amiche, qualcuno che non è il tuo beniamino il giudizio oggettivo ti viene eccome! Smetti di pensare alle stronzate che ti tocca ascoltare solo quando cominci a distrarti domandandoti come sarebbe vivere senza udito.

Non sarò mai abbastanza grata alla prima media per aver iniziato subito a dimezzare il tempo libero con Storia, Tecnologia e le altre occupazioni.


Il Kindle per l'estate.