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domenica 2 dicembre 2012

Il redivivo Fede

Non fosse altro che per un destino nel nome, nessun altro al mondo potrebbe smettere improvvisamente di avere fede nel futuro, nelle proprie capacità, nel suo paese, nelle amicizie giuste, nei propri sogni e nell'ingenuità delle persone. Nessun altro all'infuori di Emilio Fede potrebbe supporre che alla presentazione ufficiale del suo movimento politico il mondo intero sarebbe accorso entusiasta.
Invece al teatro Nuovo di Milano la sala era pressoché deserta: qualche giornalista, forse un paio di parenti ma niente più. Nemmeno un curioso.

Foto "Il Messaggero"

Le malelingue potrebbero pensare che, vista la situazione economica da lui stesso sbandierata in cui versa l'ex direttore del Tg4, il movimento politico possa essere la risposta giusta per un rapido arricchimento. E invece no. Tant'è che esiste anche una specie di programma politico: chiunque guadagna più di centomilaeuro ne verserà duemilacinquecento alle famiglie che ne hanno bisogno. Ovviamente passando per la Caritas o per una struttura simile chiamata Exodus e di proprietà di don Mazzi il quale neanche si è degnato di mandare dei fiori il giorno del debutto ufficiale. 
C'è anche molta tenerezza nella scelta del nome di questo movimento: "Vogliamo Vivere" ed è qui che forse si svela il reale intento di questo progetto. È più che palese che dal palco del teatro Nuovo di Milano, davanti a praticamente nessuno, è stato lanciato un guanto di sfida alla rottamazione di Renzi: "Vogliamo Vivere" rimbomba nell'aria vuota, e a gridarlo è un ottuagenario rappresentante del vecchio mondo che sta scomparendo suo malgrado. "Vogliamo Vivere" nonostante esistano leggi, magistrati e quelli che aspettano il proprio turno. "Vogliamo Vivere" è l'urlo, "per sempre" sembra la eco silenziosa.


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