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mercoledì 18 dicembre 2013

La caducità è top secret

Non se ne può più, basta che qualche bellezza famosa si faccia beccare dall'obiettivo con le mani sulla pancia e subito si guarda in cielo per focalizzare la cicogna. Ma, che dio vi benedica, clichettari del gossip: mai che pensiate a quella peperonata rubata lontano dagli occhi di tutti che ogni tanto finisce nelle stitiche fauci delle sempre-a-dieta starlette! Non vi passa mai per la testa che qualche volta quei piccoli stomachini abituati a lunghissime quaresime possano contorcersi anche solo per l'arrivo di una mentina di troppo?
No, ovvio, certamente no.
Perché quelle mani sul ventre sono il simbolo ufficialmente riconosciuto della felice gravidanza. E dico "felice" perché le gravidanze indesiderate non sono contemplate nell'aureo mondo del gossip in ciabatte, le gravidanze sono tutte felici da quelle parti. Sono tutte sorridenti, instagrammate, spacciate ai giornali e anticipate indiscretamente da quelle benedette manine coppate all'altezza dell'ombelico, perché è così che vuole la fisiognomica, la prossemica e persino Lombroso. Tanto più quando servono a ricordare al mondo intero che due illustri sconosciuti stanno ancora insieme e che entrambi sono bellissimi, giovanissimi e disponibilissimi per il mercato dell'editoria.
Salvo poi far finta di nulla quando tutto finisce in un ruttino liberatorio e il pancino torna a essere oggetto di creme super abbronzanti e ingrandimenti inverosimili nei cataloghi di mutande.

Invece ci sono pose e gesti e atteggiamenti che non possono essere confusi con nessun'altra realtà se non quella che è, sono i chiari segni che al di sotto di photoshoppate e ceroni non possono essere mascherati. Quelle vampate improvvise, quegli sbalzi di umore, quella pelle imperlata e rosso fuoco, quel chiletto di troppo che altro che manina sul ventre! E dire che per questo strano fenomeno poco noto ai giornalisti, ai giornalini e ai giardinieri del gossip non c'è nemmeno bisogno che vi sia una coppia, basta essere single purché donna ed evidentemente vecchia. Si parla di menopausa, gente, quello strano fenomeno che anche se non sembra interessare a nessuno eppure esiste e ci riguarderà tutti prima o poi, proprio tutti. Già anche gli uomini che improvvisamente si ritroveranno a fare i conti con un'ingestibile draghessa incazzata che a volte sputa fuoco.


Quanto siamo lontani dall'idea di fare pace col tempo che passa, con la vecchiaia, ce lo dice Google. Infatti basta cercare fra le immagini la parola "menopausa" per riportarci immediatamente nel fantastico e meraviglioso mondo della fiction che è la cultura in cui viviamo. Tutto è candido, fresco, i colori sono freddi: il bianco, il verde mela; gli sfondi sono sereni: primi piani, cieli azzurri, campi di grano e foglie verdi. Le donne sono tutte bionde il che vuol dire che anche quelle quattro o cinque che hanno i capelli bianchi in verità sembrano bionde perché guai se per sbaglio dovesse venirci in mente che un periodo della nostra vita, un ciclo mi si perdoni la malizia, possa essere associato alla vecchiaia che invece ha per Google l'immagine simbolica del centenario sdentato, rugoso e comunque felice. Se fosse Google-immagini a spiegarci la menopausa, questa sarebbe una roba che riguarda solo le donne coi capelli chiari, che al massimo se ci fosse un uomo accanto questo avrebbe anche lui i capelli chiari; ha a che vedere con sorrisi ammiccanti alternati a sguardi persi verso orizzonti lontani o concentrati su sveglie vicinissime; a proposito di orologi poi sono gli unici oggetti che compaiono accanto a ventilatori, ventagli, spaghetti e roba per fare fitness. Dunque la menopausa è quel fenomeno simile all'albinismo che colpisce solo le donne bionde e non arreca danni alla vista ma al cervello costringendoci ad assurde riflessioni sulla meccanica degli orologi.
Dov'è l'obesità, il sudore, la pelle rossa e la depressione?

Quanto sarebbe più facile se invece di nasconderci dietro a un dito ci spiegassimo la naturalezza di certe fasi della vita dalla quali non si scappa neppure se non se ne parla.

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