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lunedì 28 settembre 2015

Io siamo.

Ci si mette sempre un po' a fare pace con certi aspetti del proprio carattere che non sono come avremmo voluto. Che poi con la natura non è che ci puoi discutere molto: quando decide che certe cose sono così, non c'è verso. Al massimo puoi provare a capire qual è il modo migliore per addomesticare certi difetti, per renderli il più vicino possibile all'idea che ti eri fatto di te.

Io, per esempio, sono tremendamente asociale.
Ma non fraintendermi, adoro le persone, mi piace osservarle e a volte persino parlarci, ma quando mi ritrovo dentro un gruppo è più forte di me, comincio a svalvolare.
Può essere che troppa gente mi dà alla testa? Chissà!

Certo mi sarebbe piaciuto essere l'anima della festa, lanciare battute a profusione, fare combriccola in pochissimo tempo e passare le giornate fra uscite, pettegolezzi, organizzazione di qualcosa da fare e picnic... No, aspetta, non mi sarebbe piaciuto affatto. Dopo un po' comincio a sbuffare e le logiche di gruppo mi rendono insofferente.
Alla fine si resta sempre vittime di qualche ruolo o peggio, di qualche soprannome.
Conosco un Ciccio che nonostante i 40Kg persi ancora si chiama così, una Bebè madre di tre figli, e un Pennellone che ha perso il primato del più alto della classe già da trent'anni ma continua a proporsi così anche a chi lo conosce appena, creando oltretutto delle aspettative che non può soddisfare, lo so per certo.

Il gruppo è il caldo quando fuori fa freddo, quel termosifone che anche se gocciola sai che ti proteggerà per tutto l'inverno, una coperta di Linus, il ciucciotto del neonato e quello specchio che sai che maschera dei rotolini ma ti fidi lo stesso. Il gruppo funziona se ci stai dentro ma ci sono certe regolette che hanno dello spietato e se non vuoi rispettarle almeno cerca di conoscerle:

  • Sei nuovo? Allora silenziati finché non hai capito chi vuoi essere.
  • Sei dentro perché sei la metà di qualcuno? Sei un raccomandato che dovrà faticare il doppio.
  • Non hai nulla da condividere? Lo vuoi un consiglio? Esci spontaneamente.
  • Ti sei messo con qualcuno del gruppo ma poi è finita? Mettiti con qualcun altro del gruppo, vedrai che dimenticheranno.
  • Riconosci il capo e porta delle novità: a nessuno piacciono i parassiti.
  • Ti hanno affibbiato un soprannome che non ti piace? Non c'è rimedio.
  • Non mostrare mai qualche lato debole o che sei permaloso, sarà la tua fine.
  • Il gruppo non difende nessuno dei suoi membri.
  • Il gruppo non è una famiglia, anche se te lo faranno credere.
  • L'amicizia non è convivenza, il gruppo è convivenza.
  • L'amicizia può fare a meno della quotidianità, il gruppo no.
  • L'amicizia ama la diversità, il gruppo no.
  • Non essere qualcun altro che non sei, loro  riconoscono l'odore della bugia e della paura. 

  • Qualunque cosa porti all'interno del gruppo, e questo vale anche per le persone, è del gruppo.
  • A chi tocca non s'ingrugna, anche se toccherà sempre a te che sei l'ultimo arrivato.
  • Se non piaci a qualcuno del gruppo, sarai sempre l'ultimo arrivato.
  • Cerca di non avere un'opinione, o almeno non far vedere che ne hai una.

Potrei avere esagerato di un pochino, le cose d'altra parte potrebbero essere molto peggio di quello che è capitato a me che sono un'asociale per natura. Su una cosa invece è bene fare una precisazione: ogni riferimento a fatti e/o persone è assolutamente volontario. Se ti senti chiamato in causa allora è proprio così. 

5 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Non sembra un problema del tuo carattete piuttosto di un gruppo di asociali!

Unknown ha detto...

Non sembra un problema del tuo carattete piuttosto di un gruppo di asociali!

Unknown ha detto...

Non sembra un problema del tuo carattete piuttosto di un gruppo di asociali!

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