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venerdì 26 agosto 2016

It follows, ovvero non c'è sesso senza amore.

Quello che amo degli horror è la metafora che si intravede.

Il mostro è solo un pretesto per parlare di altro, per dare un insegnamento morale o criticare qualche aspetto della società. 

Di solito il significato nascosto dietro a qualche ululato o strangolamento è qualcosa di molto semplice. 

It follows non fa eccezione.




 Una ragazza molto bella è sicura di sé e vive con gioia il proprio corpo. Sorride quando i ragazzini del vicinato la spiano mentre si fa il bagno in piscina, non ha nessun problema di timidezza con l'altro sesso e non ha sensi di colpa se decide di concedersi al terzo appuntamento o fra le flebo di un ospedale. Insomma il sesso fa parte della vita, nonostante l'amore che pure esiste ma è più timido e anche un po' insicuro. 

Per farla breve, al regista questo non deve piacere molto e così trasforma il sesso libero in una maledizione che perseguita, inseguendo, chiunque viva il contatto fisico con spensieratezza. 

Vivo in un paese cattolico e ci mancherebbe che non abbia chiara la dinamica che scatta nella testa dei bacchettoni che moralizzano la gioventù convincendoli che il sesso sia un'estensione dell'amore.
Lo capisco ma non lo condivido.
Per questo ho storto il naso davanti all'ammucchiata generale sotto un unico nome delle varie sfaccettature di questo istinto.

C'è in particolare un passaggio che non mi ha convinto, quando per spiegare la persecuzione cui si andrà incontro una delle vittime dice: "Può prendere le sembianze di persone che conosci, ma lo farà solo per farti del male", mettendo così sullo stesso piano il sesso fra adolescenti e l'incesto. 

Il finale è un po' scontato e vedendolo vien voglia di dare una pacca sulle spalle alla protagonista e dirle: contenta te!
In compenso, però, la fotografia è bellissima.

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