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giovedì 14 giugno 2018

Il Web è un posto orribile.

Qualche anno fa, diciamo una ventina, sono stata con mia madre e mio fratello a visitare Istanbul. 


Una città fantastica, in tutto europea se non fosse per quei minareti che vedi spuntare di tanto in tanto e che la rendono così unica e diversa da tutte le altre capitali d'Europa.
Mi ricordo ancora quell'aria meridionale così famigliare eppure estranea che respiravo: mi sentivo come a casa nonostante non capissi nulla di quello che si dicevano fra loro le persone che incrociavo per strada.
Ricordo tutto di quel viaggio, anche la raccomandazione di mia madre prima di separarci al Grand Bazar, lei da una parte con la sua amica e io e mio fratello dall'altra a esplorare nonostante fosse segnalato sulla guida come uno dei posti più pericolosi di Istanbul: "Occhi aperti, non comprate cose inutili e contrattate fino all'esaurimento!".
Siamo cresciuti felici in un posto di mare che la sera si riempiva di bancarelle, prima ancora che fosse un fenomeno così comune anche nelle grandi città, sappiamo come si fanno le contrattazioni.



Le Grand Bazar: dove tutto diventa indispensabile.


Vetri colorati, spezie, stoffe preziose, argento e signori che si rivolgevano a mio fratello chiamandolo Sir, il che aveva reso il suo Ego insopportabile anche per me che già ne conoscevo il discreto ingombro. Che fossimo dei polli da spennare si vedeva lontano un miglio e infatti venivamo abbordati da tutti e non ce n'era uno che non ci mostrasse la sua mercanzia senza spiegare, in qualche modo, quanto fosse indispensabile per noi averla perché era la migliore. Ovviamente se capiva che potevamo essere interessati a qualcos'altro che lui non aveva, il mercante ci portava dritti dritti dal suo amico che, senza dubbio, poteva fare al caso nostro.


Stare là dentro era un ballo infinito, con cavalieri sempre diversi. Un vero spasso. 

Alla fine della danza io e mio fratello avevamo imparato qualche parola di turco: "Buongiorno", "Grazie" e "Non mi interessa", le stesse che avevano imparato anche i mercanti con cui avevamo danzato per tre ore. Qualcuno ci aveva regalato dei ciondoli con l'occhio di vetro, io avevo comprato un anello con un turchese e a mio fratello era bastata la spazzolata di Ego. Quando ci siamo riuniti con mia madre e la sua amica, nel punto dove c'eravamo lasciati, loro avevano comprato dei piatti, un pugnale che dicevano fosse un ferma-fogli, sette specchietti d'argento, un quadro e tre tovaglie a testa.

Il web è un mercato ma senza danza. 

Quello che ho appena raccontato è quello che mi viene in mente ogni volta che mi ritrovo a fare qualche ricerca online. Perché, in pratica ,qualunque tutorial o informazione di prodotto non sono altro che scaltri tentativi di rifilartelo il prodotto. E lo dico proprio io che ho un post, subito sotto a questo, in cui faccio l'elogio del Kindle e ti invito a comprarlo con dei link in cui io ci guadagno. A mia discolpa, però, posso dire che io ho davvero un Kindle che davvero amo e che sono una fan al punto da consigliarlo a tutti, come qualunque altra cosa di cui parlo. E non ho la scaltrezza di mascherarmi da "esperto" per venderti qualcosa che potrei non conoscere neanche.

Anche io faccio parte del mondo orribile del mercato del web, che è ancora più grande del Grand Bazar di Istanbul, ma non uso la SEO per attaccarti dei pistolotti inutili facendoti perdere dieci minuti per spiegarti il perché sei venuto sulla mia pagina mentre in realtà sto dimostrandoti che non ci sei venuto proprio spontaneamente visto che quasi quasi ti ci ho portato io, o qualche altro link amico che, non avendoti potuto affibbiare nulla lui, ti ha condotto a me come i mercanti turchi facevano con noi.
Con la differenza che quella che hai appena fatto online non è una danza, ma una ricerca disperata di un'informazione PULITA,  priva di tentativi di sedurti, che ancora non hai ottenuto.
Eppure tutte le pagine che hai visto finora sembravano attinenti proprio a quello che stai cercando!
Già, hai conosciuto la SEO e le sue KeyWords! Esche che servono a posizionare la tua pagina fra i primi risultati ma che non è detto abbiano poi il contenuto che vantano di avere, quello che è certo è che sicuramente hanno dei prodotti da venderti.

Ecco  perché sei insoddisfatto alla fine di ogni ricerca. 

In pratica siamo diventati tutti commercianti e consumatori, il che l'aveva già previsto Marx molto prima di Alphabet Inc., quello che è deprimente è la mancanza di scrupolo con cui condiamo questa nostra nuova mutazione. Abbiamo perso di vista l'umanità a cui parlare perché l'obiettivo principale è farsi trovare dalla ricerca, intercettare un bisogno, accalappiare senza poi non avere in realtà niente da offrire.

Per finire.

Occhi aperti, non comprare cose inutile e contratta fino all'esaurimento.

1 commento:

Marco Carnevale ha detto...

Signore e signori, mia moglie. (Brava Nick)

Il Kindle per l'estate.