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martedì 22 ottobre 2019

Monomanie adolescenziali.

Lani è proprio carina: una ragazzina sorridente nonostante i momenti di schizofrenia ormonale durante i quali comincia a piangere mentre mi domanda il perché. 

L'adolescenza ha sempre quel suo inconfondibile modo, poco discreto, di presentarsi ma a me è andata abbastanza bene.
So di mamme disperate perché i loro figli, capita principalmente ai maschi, improvvisamente tirano fuori i canini, rivoltano gli occhi all'indietro e con voce profonda iniziano a parlare aramaico; c'è qualcuna che racconta di assalti al frigorifero quando nessuno se lo aspetta, manco il frigorifero; e chi giura di avere visto undicenni levitare mentre registravano video su Tik-Tok, ma questa è un'altra storia.


A me è andata di lusso al confronto.

La mia Lani ha qualche momento di piagnucolante sentimentalismo che interrompe la bambina,  ancora visibile, dai suoi allegri passatempi quotidiani. Dura poco, giusto il tempo di trovare consolazione e rassicurazione sul fatto che per il momento nessuno di noi ha intenzione di morire, che sì nonno è un po' rincoglionito ma sta benone, che i jeans non la fanno sembrare grassa e che Marley non ha una malattia del pelo, ha solo bisogno di una toletta.

I momenti di disperazione possono anche andare, ma diventano insopportabili quando sono accompagnati dalle fissazioni del momento perché, in questo caso, quello che si intende per "momento" può durare mesi. 

Adesso, per esempio, siamo nella fase StrangerThings che, nonostante sia una storia piena di positività - il gruppo di amici che insieme riesce a sconfiggere il male - è fonte di tristezza infinita per i motivi più diversi a cominciare dal fatto che ancora non si vede traccia della quarta stagione. Ma, visto che oltre alla tristezza c'è anche la fissazione, segue un'interminabile serie di domande non sulla storia, perché per quelle uno potrebbe anche trovarle le risposte giuste ma sarebbe troppo facile. Eh no! Le domande sono sui protagonisti, su cosa fanno nella vita, su dove vivono, se si frequentano veramente e su quanto è stata coraggiosa Eleven, ma non perché ha combattuto contro una forza talmente forte da mettere in discussione il mondo, piuttosto perché ha avuto il coraggio di raparsi a zero nella prima stagione!
E l'osservazione "Te credo, figlia mia, chissà quanto l'hanno pagata!" potrebbe essere una trappola, perciò davanti a queste osservazioni la mia strategia è il silenzio. Cosa che invece non faccio, e dovrei imparare a fare, quando vedendo l'ammirazione con cui Lani osserva le imprese della sua eroina forte, io me ne esco con un insensato: "Vedi, se non lasciavi Karate?" che davvero non significa niente, se non che forse il Karate piaceva più a me che a lei!

E comunque la passione per questa serie è molto più gestibile di quella con cui abbiamo fatto i conti quest'estate. E per "quest'estate" intendo il periodo che va da maggio a settembre; sto parlando di 153 giorni di fila che non hanno avuto pause neanche le domeniche e il Ferragosto. Centocinquantatré  giorni tutti consacrati a Ultimo, il cantante che abbiamo anche avuto la fortuna di vedere dal vivo all'Olimpico e per cui ancora ricordo le due ore spese per tornare a casa, a 9km di distanza dall'evento. Ma qualunque prova il destino mi ha posto davanti, è stata nulla al confronto di quella cui è stata chiamata la mia Santa Pazienza. Se Shakespeare fosse stato padre di una ragazzina adolescente impazzita per Ultimo non credo che avrebbe parlato di amore che resiste a ogni turbamento senza avere qualche dubbio in proposito.

Lo so bene che spesso neanche si ascoltano con attenzione le canzoni di qualcuno che ci piace tanto, e lo so perché io amavo alla follia Bryan Adams e ancora oggi ho qualche difficoltà nel giudicarlo oggettivamente. E però quando ti tocca ascoltare quotidianamente, per 153 giorni di fila e a volte anche cantato a squarciagola da Lani e le sue amiche, qualcuno che non è il tuo beniamino il giudizio oggettivo ti viene eccome! Smetti di pensare alle stronzate che ti tocca ascoltare solo quando cominci a distrarti domandandoti come sarebbe vivere senza udito.

Non sarò mai abbastanza grata alla prima media per aver iniziato subito a dimezzare il tempo libero con Storia, Tecnologia e le altre occupazioni.


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