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lunedì 4 febbraio 2013

Re(divivo) Riccardo Terzo

Succede che qualche mese fa a Leicester, Inghilterra, in un parcheggio davanti al municipio viene alla luce uno scheletro. Le ossa sono molto vecchie e la colonna vertebrale presenta una curvatura che chiamare "scoliosi" è un vero e proprio eufemismo. Da vivo costui stava messo davvero male e probabilmente lui stesso se ne rendeva conto e magari diceva di sé quello che Shakespeare gli mise in bocca nel suo Riccardo III: «Ma io, che non sono formato per i sollazzi d'amore, né tagliato per contemplarmi compiaciuto in uno specchio; io che una perfida natura ha defraudato d'ogni armonia di tratti e d'ogni lineamento aggraziato, mandandomi anzitempo, deforme e incompleto, in questo mondo di vivi, solo per metà sbozzato e talmente claudicante e goffo che i cani mi abbaiano quando gli passo accanto arrancando [...]».

 Già perché quello scheletro sopravvissuto per oltre cinquecento anni è a tutti gli effetti quel che resta dell'ultimo re della dinastia dei Plantageneti, prima dei Tudor, degli Stuart, degli Hannover e degli attuali Windsor: il temibile Riccardo Terzo che morì in una battaglia nel 1845 e il cui corpo fu esposto nudo, prima della sepoltura nella chiesa Greyfriars in Leicester. Ma della chiesa e della sua tomba si persero le tracce nel corso della Storia. 
 Per anni esperti universitari hanno sovrapposto vecchie piantine e nuove mappe urbane alla ricerca del luogo dove si trovassero la vecchia chiesa e la regale tomba senza una lapide. E quando uno scheletro, che fisicamente sembra corrispondere alle descrizioni che si tramandano di re Riccardo III, è emerso dalle viscere di un parcheggio proprio in prossimità del punto designato, non ci si è sbilanciati ma con la classica calma inglese si è atteso il verdetto del DNA, comparato con la linea matriarcale di una discendenza infinita, prima di gridare al mondo: Re Riccardo è tornato! 

foto presa da qui.


 E sebbene siano tutti concordi sul fatto che a un re spetta un funerale spettacolare, non  ci si riesce a mettere d'accordo né sul tipo di funerale, né sul luogo del funerale: Westminster? il castello di Windsor? la cattedrale di Leicester? e se lo riportassimo nella città di origine, York? 
Ma soprattutto sarà il caso di onorarlo con dei funerali di stato anglicani, nonostante sia stato un re cattolico? Tuttavia, se proprio vogliamo essere pignoli, non potrebbe nemmeno essere celebrato con un funerale cattolico perché in pratica sarebbe morto prima della Controriforma... Così mentre ci si accapiglia - ma senza alzare i toni come la tradizione insegna - sul cosa fare di questo mucchio d'ossa cercate per tanti anni, si sorride al pensiero che proprio lui che gridò nella sua ultima battaglia: «Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!» si sia risvegliato in una stalla dei nostri tempi.

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