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venerdì 10 gennaio 2014

Tanti saluti dal palco dell'Ariston.


Mentre a Roma il sindaco Marino ha regalato lo stesso contributo alla città che i Jalisse hanno regalato alla musica intera - ma almeno questi hanno vinto un festival - a Milano da qualche anno si progettano soluzioni alternative in perfetta sintonia con quel "vento di cambiamento aranciato" su cui hanno volato solo MaryPoppins e Pisapia e a cui molti, anche Marino, sono stati erroneamente associati.
Così qui a Roma cambiamo direzioni ai sensi di marcia delle strade rendendo il traffico cittadino un mostro terrificante sempre più pauroso ogni volta che c'è un nuovo re al Campidoglio, e lì a Milano si pensa a cambiare direzioni alla crisi e alla disoccupazione e allo sperpero delle proprietà pubbliche. Quando, un paio di anni fa, a Milano si sono accorti che più di mille edifici pubblici, fra cui negozi e piscine, se ne stavano chiusi e abbandonati a marcire perché nessuno li usava, si sono chiesti: «Che vogliamo fare? Li svendiamo o proviamo a fare una cosa nuova?», in città è tornata la vita senza bisogno di principi azzurri che seminassero baci d'amore sulle labbre di qualche ingenua addormentata. Perché a volte basta aver fiducia in quello che il domani potrebbe portare invece che accontentarsi del solito uovo strapazzato.

Gli spazi abbandonati sono offerti quasi gratuitamente anche per periodi lunghi purché chi se ne fa carico, privato o associazione, si preoccupi della ristrutturazione, della manutenzione e della conduzione. Sempre meglio che lasciarci crescere i licheni che oltretutto non possono nemmeno essere considerati come una coltivazione di origine protetta e controllata. Sia ben chiaro che non è che tutti possono andarsi a prendere uno spazio, no perché il presupposto è che ci sia un progetto che abbia il fine di valorizzare il quartiere e di aggregare il sociale, l'esperienza di Macao in questo senso dimostra che non mancano iniziative e potenzialità.
 Al momento gli spazi affidati alla gestione sono 14 in maggioranza associazioni che richiamano alla comunità: laboratori, condivisione di idee, cineforum, scuole di musica e di teatro, corsi di lingue e spazi per concerti e tutto quanto vi viene in mente quando pronunciate collettività. Alla richiesta di immobili e spazi da gestire possono accedere tutti tramite un bando, no, non serve conoscere il fratello della moglie dell'assessore, guardate qui.
Caro Marino, mentre pedali respirando aria pulita per i fori imperiali e intorno a te si deprimono le miriadi di lavoratori che ogni mattina si ritrovano incanalati in quell'unica corsia che hai reso via Labicana, fischiettatele due note di FiumidiParole chissà che non ti venga qualche idea.

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