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venerdì 28 novembre 2014

La soubrette è richiamata all'Ordine.

L'Ordine dei giornalisti in questi ultimi giorni è attraversato da così tanti spifferi, cambi di prospettive, correntoni e prese di posizioni contrastanti che sembra di stare in una sede del Pd. Il pomo della discordia è Barbara D'Urso e la sua trasmissione pomeridiana per lobotomizzati e amanti della cronaca e del pietismo. Sembra infatti che durante il momento "come ti piscio sopra al dolore altrui e ti accompagno lo scroscio con una musica che ti farà piangere senza motivo e nel caso non bastasse condisco il tutto con qualche zoom" abbia un tantinello esagerato al punto che, nonostante gli anni di spazzatura e Tv del dolore che dovrebbero averci addormentato quella parte di cervello in cui risiede l'indignazione, qualche spicchio di mela all'Ordine dei giornalisti deve essere andato di traverso. Così Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale, ha provveduto a firmare un esposto denunciando l'esercizio abusivo della professione da parte della nostra Barbarella.


E subito ognuno ha preso posizione riversando il proprio livore, chi per la presentatrice chi per il presidente e l'ordine, su ogni mezzo che avesse a disposizione. Barbarella non è sola.
Per quanto mi riguarda gli ordini professionali dovrebbero essere aboliti ma dal momento che esistono hanno lo scopo di tutelare una professione e le sue regole. Dunque, sebbene personalmente non capisco il perché si possano fare interviste solo se si è giornalisti, quantomeno si potrebbero rispettare le regole del "fare-interviste" come per esempio la privacy anche fosse la privacy di un morto. 
La D'Urso però, avvezza al vento contrario tanto che oramai nemmeno la chioma le si scompiglia così risponde:«Ho il dovere di informarvi». E se lo può fare HuffPost Italia non vedo perché non lo possa fare lei.

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