Succede a tutti, mi dicono, anche a quelli che canticchiano senza maliziare su Nek.
Il testo invece è importante e interessante oltre che scaltro. Infatti la canzone è stata scritta da Maurizio Costanzo, che prima di essere un gran paroliere è sempre stato un gran paraculo. La musica è facilmente orecchiabile, ma per la musica si deve ringraziare Ennio Morricone che pare essersi ispirato alle sirene della polizia francese. La cantante per cui fu confezionata era Mina che nel 1966 ne fece il lato A di un 45 giri.
Il testo fa così:
Lo stupore della notte spalancata sul mar ci sorprese che eravamo sconosciuti io e te. Poi nel buio le tue mani d'improvviso sulle mie, è cresciuto troppo in fretta questo nostro amor. Se telefonando io potessi dirti addio ti chiamerei. Se io rivedendoti fossi certa che non soffri ti rivedrei. Se guardandoti negli occhi sapessi dirti basta ti guarderei. Ma non so spiegarti che il nostro amore appena nato è già finito.
Dunque due persone mai viste prima, sconosciute, hanno un rapporto occasionale. Il giorno dopo lei, Mina, non ne vuole più sapere così evita di telefonare perché sa che altrimenti non riuscirebbe a chiudere, evita di incontrare l'altra persona che evidentemente potrebbe soffrirne e insomma evita ogni tipo di contatto sebbene sia convintissima che la storiella sia roba superata. Lo dice chiaro: "il nostro amore appena nato è già finito". Siamo nel 1966 e in Italia: una donna che dichiari di avere avuto un rapporto con un estraneo e che sia lei stessa a decidere di non volerlo più rivedere, è una bomba atomica che fa tremare censure e parrucconi.
Nel 2015 Nek la ripropone para para. Ma che succede a questo punto? Un uomo, oltretutto dichiaratamente e felicemente cattolico, ammette anche lui di voler chiudere una storiella senza importanza semplicemente sparendo?
Vigliacco!

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