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mercoledì 2 settembre 2015

L'abito non fa il monaco. Lo sapeva anche mia nonna.

È successo questo: c'è stato Steve Jobs che se ne andava in giro per auditorium e atenei a spiegare alle persone come non aver paura di sbagliare, ascoltare il propro istinto, unire i punti e in generale come vivere senza starci a pensare su troppo. E lo raccontava dall'alto di un palco ma indossando jeans e dolcevita e reggendo un microfono con il solo scopo di far in modo che anche in fondo in fondo alla sala sentissero ogni parola, proprio come quelli in primafila: democraticamente. È successo però anche questo: dopo di lui chiunque indossi un abbigliamento casual è convinto di poter adoperare un microfono e di avere, ahinoi, anche delle cose interessanti da dire al mondo. Ma non voglio parlare di Farinetti. Invece voglio parlare di questo.
Lui è uno dei capi della Oracle, la società informatica, e qui è in tenuta Steve-Jobs-speaking ma le virgolette non mentono: non ci sta insegnando a guardare lontano, ci sta vendendo una pentola proprio come un piazzista qualunque, seppure elegantemente casual.

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